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L’ANALISI CRITICA DEI FATTI ECONOMICI DELLA SETTIMANA CON ANDREA FUMAGALLI

 
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Sono diversi gli argomenti affrontati nella puntata di oggi (10 maggio) nel consueto appuntamento di analisi critica dei fatti economi della settimana curata dal nostro collaboratore Andrea Fuamagalli: la decisione della Banca centrale inglese di lasciare invariati i tassi d’interesse; il rapporto dell’Istat sulla povertà nel nostro paese; la proroga chiesta dalla società incaricata della costruzione del POnte sullo Stretto; infine i ritardi per quanto riguarda i progetti finaziati dal Pnrr.

La Bank of England lascia ancora una volta invariato il livello dei tassi d’interesse britannici al 5,25%, ai massimi storici da 16 anni dopo la sequenza d’interventi al rialzo imposti fino all’anno scorso per fronteggiare l’inflazione. La decisione, in linea con quelle della Fed americana e della Bc europea, è arrivata oggi nel rispetto delle attese.

I salari diminuisco ma cala anche la povertà. Il report dell’Istat sfida la logica e risulta paradossale. Il report «Condizioni di vita e reddito delle famiglie 2023» dell’istituto di ricerca propone una contrapposizione particolare: diminuiscono gli italiani a rischio povertà, ma aumenta la percentuale di coloro che è in grave difficoltà. In tutto si tratta di quasi 14 milioni di persone, oltre un italiano su cinque. Guardando in dettaglio i dati dell’istituto emerge che il 22,8% della popolazione italiana è a rischio di povertà o esclusione sociale. Il valore è appunto in calo rispetto al 24,4% del 2022 ed è il risultato di una riduzione della quota di popolazione a rischio, che si attesta al 18,9% (dal 20,1% dell’anno precedente), pari a poco più di 11 milioni di persone, e di un contemporaneo in aumento della popolazione in condizione di grave deprivazione materiale e sociale (4,7% rispetto al 4,5%), pari a quasi 2,8 milioni di individui.

Si allungano i tempi per l’avvio dei lavori del improbabile Ponte sullo Stretto. La società Stretto di Messina ha chiesto al ministero dell’Ambiente una proroga di 120 giorni per rispondere alle oltre 200 rilievi del ministero dell’Ambiente e Sicurezza energetica. Il ministero aveva presentato le sue osservazioni il mese scorso e la società avrebbe dovuto rispondere entro 30 giorni, quindi entro fine maggio, salvo una proroga, che è stata chiesta ieri. Il ministro Salvini puntava al via entro l’estate ma si arriverà al 2025.

Sullo stato di avanzamento dei progetti finanziati dal Pnrr si continuano a raccogliere informazioni imprecise e frammentarie, ma da tutte appare con evidenza il filo conduttore dei ritardi che continuano ad accumularsi. Il Sole 24 ore di oggi sottolinea che è stato raggiunto fin’ora solo il 26%, ma sitratta soprattutto di riforme. Per il restante 72%, in gran parte investimenti, bisogna ancora attendere.

Andrea Fumagalli, docente di economia politica all’Università di Pavia. Ascolta o scarica

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La Bank of England lascia ancora una volta invariato il livello dei tassi d’interesse britannici al 5,25%, ai massimi storici da 16 anni dopo la sequenza d’interventi al rialzo imposti fino all’anno scorso per fronteggiare l’inflazione. La decisione, in linea con quelle della Fed americana e della Bc europea, è arrivata oggi nel rispetto delle attese.

I salari diminuisco ma cala anche la povertà. Il report dell’Istat sfida la logica e risulta paradossale. Il report «Condizioni di vita e reddito delle famiglie 2023» dell’istituto di ricerca propone una contrapposizione particolare: diminuiscono gli italiani a rischio povertà, ma aumenta la percentuale di coloro che è in grave difficoltà. In tutto si tratta di quasi 14 milioni di persone, oltre un italiano su cinque. Guardando in dettaglio i dati dell’istituto emerge che il 22,8% della popolazione italiana è a rischio di povertà o esclusione sociale. Il valore è appunto in calo rispetto al 24,4% del 2022 ed è il risultato di una riduzione della quota di popolazione a rischio, che si attesta al 18,9% (dal 20,1% dell’anno precedente), pari a poco più di 11 milioni di persone, e di un contemporaneo in aumento della popolazione in condizione di grave deprivazione materiale e sociale (4,7% rispetto al 4,5%), pari a quasi 2,8 milioni di individui.

Si allungano i tempi per l’avvio dei lavori del improbabile Ponte sullo Stretto. La società Stretto di Messina ha chiesto al ministero dell’Ambiente una proroga di 120 giorni per rispondere alle oltre 200 rilievi del ministero dell’Ambiente e Sicurezza energetica. Il ministero aveva presentato le sue osservazioni il mese scorso e la società avrebbe dovuto rispondere entro 30 giorni, quindi entro fine maggio, salvo una proroga, che è stata chiesta ieri. Il ministro Salvini puntava al via entro l’estate ma si arriverà al 2025.

Sullo stato di avanzamento dei progetti finanziati dal Pnrr si continuano a raccogliere informazioni imprecise e frammentarie, ma da tutte appare con evidenza il filo conduttore dei ritardi che continuano ad accumularsi. Il Sole 24 ore di oggi sottolinea che è stato raggiunto fin’ora solo il 26%, ma sitratta soprattutto di riforme. Per il restante 72%, in gran parte investimenti, bisogna ancora attendere.

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