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Caso studio CEM: telefonia mobile su un immobile acquistato - in 5 minuti

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Affrontiamo il caso studio di esposizione ai campi elettromagnetici da antenne sul tetto di un edificio. Ipotizziamo che l'edificio abbia cambiato da poco proprietà e che il nuovo proprietario sia interessato ad adempiere ai propri obblighi di legge. Di norma l'accesso al tetto è consentito ad alcune tipologie di lavoratori: gli addetti alla manutenzione del tetto, dell'impianto di condizionamento e ai tecnici delle antenne. Approfondiamo il rischio che affronta una persona che si trova in prossimità di queste antenne. Le antenne installate sul tetto possono essere di diversa natura: A) Antenne settoriali per la telefonia mobile (800 - 2600 MHz), le quali possono rappresentare un pericolo soprattutto se si staziona sul lato frontale; B) Antenne paraboliche a microonde (10 - 30 GHz) usate soprattutto per le stazioni base di telefonia mobile e di norma non presentano pericoli significativi; C) Antenne dipolari e antenne collineari (80 - 400 MHz) possono rappresentare un pericolo se si staziona a pochi metri intorno ad esse. Tutte le antenne sono utilizzate da remoto dagli operatori. La stazione base di telefonia mobile adatta in automatico la sua potenza di output a seconda del traffico telefonico, con un picco massimo fissato dalla concessione ricevuta dall'operatore. Anche le frequenze impiegate sono stabilite dalla concessione. Per poter valutare l'esposizione di persone che si trovano sul tetto sono necessarie alcune informazioni: tempi e modalità di esposizione, criticità personali (ad esempio se portano peacemakers, etc), tipologia di antenna, potenza irradiata e frequenza. Sarebbe consigliabile contattare gli operatori di telefonia chiedendogli di fornire le informazioni di sicurezza. Sulla base dell'intensità del campo elettromagnetico è necessario disegnare a terra delle zone di esclusione, in modo che sia chiaro che dopo quel limite i valori di intensità sono pericolosi. Per capire i limiti di queste zone è consigliabile incaricare un tecnico indipendente che effettuerà delle misure con strumentazione certificata. Sulla base di questa indagine il proprietario può farsi una idea del rischio associato e adottare eventualmente nuove misure di precauzione, come invitare l'operatore dell'antenna dipolare a spostare l'antenna o redigere una procedura da far firmare alle ditte di manutenzione con i percorsi da seguire e le misure da adottare incaso di incidenti. In ogni caso, per tutelare tutte le persone è buona prassi mettere in atto delle misure di precauzione. Ad esempio: 1) La porta di accesso al tetto deve essere chiusa a chiave e il responsabile della sicurezza dell'edificio deve custodire la chiave. Sul lato interno della porta devono essere affissi dei segnali di pericolo per avvisare la presenza di antenne. 2) Sulle aste di supporto delle antenne settoriali devono essere affissi cartelli di avviso. Ad ogni modo, queste antenne e le relative zone di esclusione devono essere inaccessibili. Preciso che è possibile reperire strumentazione a basso costo su internet, ma le indicazioni di questi strumenti potrebbero essere poco attendibili o non adatti allo scopo perché strumenti sordi a quel tipo di emissione. Se può interessare, in provincia di Salerno, effettuiamo misure di campi elettromagnetici in alta e bassa frequenza, sia in ambito domestico e sia industriale. Questo ad esempio è uno strumento per la misura dei campi elettromagnetici che usiamo; si tratta di un Microrad, uno strumento professionale certificato, che fornisce delle indicazioni molto precise. Per ulteriori informazioni visita il nostro sito Web. Si ringrazia il Dott. Luigi Rescigno per il supporto scientifico Sommario 0:00:00 - Introduzione 0:00:42 - Caso studio CEM 0:04:03 - Conclusioni ____________ Per richieste preventivi, scrivere a: a.rizzo@a2c.it

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